di Paolo Andreatta

«Volevamo fare un piccolo investimento per avviare una piccola realtà imprenditoriale». L’avventura nel mondo F&B di quella che oggi è una delle eccellenze nel campo della pizza in Italia nasce da queste parole.  A pronunciarle è Giovanni Grossi, giovane imprenditore e fondatore – insieme agli amici ed ex compagni all’Università Bocconi Andrea e Gianmaria D’Angelo, Giorgio Caruso e Lorenzo Santin – di Lievità. Era il 2014. La grande fiera internazionale di Expo all’orizzonte. Era l’inizio di un periodo particolarmente vivace per il mercato del food milanese, che Giovanni e colleghi seppero leggere con intelligenza. E che, cosa ancora più determinante, seppero sviluppare con grande abilità.

IDEE E INNOVAZIONE

Quell’idea è oggi, sette anni e una pandemia più tardi, un’azienda da 3,5 milioni di fatturato, a regime, che guarda al 2024 con un potenziale di crescita esponenziale e un obiettivo a tre anni di 10 milioni di fatturato. Come ci sono riusciti? Puntando su idee nuove, su ricerca e innovazione, non solo di prodotto e di servizio ma relativa a tutti gli aspetti imprenditoriali che meglio caratterizzano il F&B Management di qualità. Non ultimo quello che ha permesso a Lievità di ottenere lo status di start up e PMI innovativa. Un elemento che, al di là della soddisfazione personale e professionale, porta con sé enormi benefici e potenzialità di sviluppo.

LEGGEREZZA IN CHIAVE GOURMET

«Siamo partiti concentrando la nostra innovazione prima di tutto sul prodotto, nel nostro caso la pizza – spiega Grossi. – L’idea di fondo di Lievità è quella di lavorare con un focus particolare sulla leggerezza, che dà anche il nome al nostro format e che definisce il concetto di pizza gourmet secondo Lievità. Una leggerezza ottenuta non solo dall’altissima qualità degli ingredienti ma dal concetto di lievitazione stessa. Lavoriamo farine solo in purezza, il che alza anche il livello di preparazione dei pizzaioli che lavorano con noi, che devono possedere le abilità necessarie nell’utilizzo di farine, impasti e processi di lievitazione non banali».

UN’APP UNICA

Un lavorio di ricerca autentica che si è presto allargato a molti altri aspetti dell’attività. «Crescendo ci siamo accorti che era necessario innovarsi a 360 gradi. Abbiamo cercato di sfruttare al massimo ciò che il mercato offriva sul piano della digitalizzazione dalla prenotazione clienti, alla gestione del personale, fino al marketing».

Poi il passo decisivo: quello dello sviluppo di un’innovazione tecnologica di proprietà. «Parliamo di un’applicazione semplice ma efficacissima che consente di poter supportare lo staff nell’eseguire la nostra ricetta in maniera precisa e standardizzata, risolvendo l’imprevedibilità dovuta a variabili non controllabili come umidità, temperatura, tempistiche di servizio, temperatura dell’acqua. L’app, con immediatezza e precisione, garantisce uno standard di assoluta eccellenza».

ESEMPIO VITRUOSO

Quello di Lievità è dunque un esempio virtuoso di come ricerca, sviluppo, aggiornamento e uso consapevole del F&B Management possano incidere concretamente sulla salute di un’azienda. Oggi più che mai. Per non parlare dei vantaggi che la conquista dello status di start up o PMI innovativa porta con sé sul piano della fiscalità e della credibilità di fronte a potenziali investitori. Non è un caso che una realtà come Lievità faccia parte di UBRI – Unione Brand Ristorazione Italiana, network che riunisce le eccellenze della ristorazione italiana disposte a mettersi in gioco per guardare al futuro. «UBRI – conferma Grossi – ci consente di avere accesso a moltissime informazioni condivise, di mettere sul tavolo idee e risoluzioni di problemi. Fattori oggi cruciali per il successo»

Giovanni Grossi, cofondatore Lievità.

3,5 MILIONI FATTURATO

10 MILIONI OBIETTIVO FATTURATO 2024

4 PUNTI VENDITA

 

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