IL 34% DELLE NUOVE START UP NEL SETTORE AGRIFOOD È IMPEGNATO SULLA SOSTENIBILITÀ. L’OSSERVATORIO FOOD SUSTAINABILITY DEL POLITECNICO DI MILANO ANALIZZA SOLUZIONI E CRITICITÀ DELLE IMPRESE E DELLA FILIERA AGROALIMENTARE
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di Paolo Andreatta
Traiettorie di innovazione per la sostenibilità, modelli esistenti di recupero del cibo a fini sociali, efficientamento della catena del freddo, modelli di collaborazione Inter e crosssettoriale, strumenti per un packaging sostenibile. Di questo e di altri temi legati alle urgenti sfide dell’insicurezza alimentare si è parlato nel convegno della 5ª edizione dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano. In occasione del quale sono stati presentati i risultati della Ricerca 2021/2022 sulle pratiche e le innovazioni introdotte dagli attori del sistema agroalimentare in risposta alle grandi sfide del settore, in particolare per far fronte al problema dell’insicurezza alimentare, reso ancora più drammatico dagli accadimenti dell’ultimo periodo.
OSSERVATORIO FOOD SUSTAINABILITY
È un’iniziativa, nata 5 anni fa, della School of Management del Politecnico di Milano. Nell’ambito della Ricerca 2021-2022, l’Osservatorio ha come obiettivo la mappatura e l’analisi delle pratiche e dei modelli di business innovativi per la sostenibilità nel sistema agroalimentare prossimo futuro.
COLLABORAZIONE DI FILIERA E CROSS SETTORIALE
Secondo gli ultimi dati pubblicati nel Rapporto sulla Sicurezza Alimentare e Nutrizione 2022 della FAO, l’insicurezza alimentare è aumentata con il post pandemia: 828 milioni di persone soffrono la fame e altri 2,3 miliardi sono in stato di moderata o severa insicurezza alimentare. In Italia, nel triennio 2019-2021, il 6,3% della popolazione ha avuto problemi di accesso al cibo. Dati destinati ad aumentare nel 2023. «Parliamo di un tema complesso per il quale però le soluzioni esistono – spiega Alessandro Perego, Responsabile scientifico dell’Osservatorio. – Se le politiche pubbliche devono creare un solido substrato, sono prima di tutto le collaborazioni inter e cross settoriali e la costruzione di nuovi modelli di business, basati su una forte innovazione a livello di impresa e filiera, a costituire una delle chiavi essenziali per il raggiungimento degli obiettivi futuri».
«È SULL’USO PIÙ EFFICIENTE DELLE RISORSE CHE SI CONCENTRA LA MAGGIOR PARTE DEGLI SFORZI IN TERMINI DI INNOVAZIONE»
NUOVI MODELLI DI BUSINESS
In termini di innovazione a giocare un ruolo cruciale sono proprio le start up. Realtà preziose capaci di generare nuovo valore e favorire la transizione a modelli di produzione e consumo più sostenibili e inclusivi. Il 34% delle 7.337 start up nate tra il 2017 e il 2021 che operano nel settore agrifood, spiega il Rapporto, punta sulla sostenibilità, perseguendo uno o più Obiettivi di Sviluppo Sostenibile incluso nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Sull’uso più efficiente delle risorse (Obiettivo 12.2) si concentra la maggior parte degli sforzi in termini di innovazione.
2,3 MILIARDI
PERSONE NEL MONDO
IN STATO DI MODERATA O SEVERA INSICUREZZA ALIMENTARE
Fonte: Rapporto FAO sulla Sicurezza Alimentare e Nutrizione 2022
6,3% POPOLAZIONE
IN ITALIA TRA 2019-2021 CON PROBLEMI DI ACCESSO AL CIBO
Fonte: Rapporto FAO sulla Sicurezza Alimentare e Nutrizione 2022
34% START UP
SETTORE AGRIFOOD NATE TRA 2017-2021 CHE PUNTA SULLA SOSTENIBILITÀ
Fonte: Osservatorio Food Sustainability Politecnico di Milano
©DIG – Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano
Giulia Bartezzaghi, Direttrice dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano
L’ATTENZIONE AI FORNITORI
Tra i temi cruciali c’è quello legato alla scelta dei fornitori. La strada è ancora lunga; basti pensare che, secondo i dati di Food Industry Monitor, in Italia solo il 44% delle imprese seleziona i propri fornitori sulla base del loro operato green. «Grosse aziende e istituti bancari stanno però iniziando a mettere paletti in tema di sostenibilità. E questo sta accelerando il cambio di passo in tutto il settore – spiega Niccolò Zuffetti di CRIBIS. – Oggi in Italia solo nel nostro database abbiamo oltre 6 mila fornitori impegnati in un percorso di miglioramento green».
INNOVAZIONE AL SERVIZIO DELLA CATENA DEL FREDDO
Esposta a molteplici rischi di “rottura”, in particolare nei momenti di interfaccia tra i diversi attori della filiera, la catena del freddo è un processo energivoro nel quale si può migliorare di molto l’efficientamento in ottica di sostenibilità, lotta allo spreco e abbattimento di costi. «Un’azienda che produce cibo non può accettare che ci sia spreco di cibo» sottolinea Salvatore Castiglione, Corporate Affairs Director di Danone. E lo stesso discorso vale per chi il cibo lo prepara e vende a valle della filiera. «È necessario sfruttare al massimo le potenzialità di un prodotto, dandogli una seconda e perché no una terza vita se possibile».
«LA CAPACITÀ DI CONDIVISIONE DI DATI AFFIDABILI E PRECISI È LA SFIDA PIÙ GRANDE PER IL FUTURO»
AMBITO PREDILETTO: IL PACKAGING ALIMENTARE
È invece sul campo del packaging alimentare, spiega il Rapporto, che si concentrano la maggior parte degli sforzi portati avanti dalle aziende e dagli operatori del settore, anche sulla spinta sempre più forte delle Direttive Europee. Per misurare le performance di sostenibilità e circolarità, tra gli strumenti esistenti, il Life Cycle Assessment (LCA) è ampiamente utilizzato per quantificare gli impatti di ogni fase del ciclo di vita del prodotto. Ciò che più conta, nel packaging come in tutti gli altri ambiti legati alla sostenibilità, è la capacità di condivisione efficace di dati affidabili e precisi tra i diversi attori in gioco. La sfida più grande per il prossimo futuro.