In foto: Vincenzo Ferrieri, AD Gioia Group Spa, CEO di Cioccolatitaliani e Presidente UBRI
VINCENZO FERRIERI, AD GIOIA GROUP SPA, CEO DI CIOCCOLATITALIANI E PRESIDENTE UBRI, RACCONTA STATO E PROSPETTIVE DEL MERCATO DELLA RISTORAZIONE DI CATENA. TRA CRITICITÀ, STRATEGIE E QUALCHE CONSIGLIO PER IL 2024.
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di Paolo Andreatta
Giovane, motivato, visionario. Napoletano trapiantato, dalla laurea in Bocconi, a Milano, Vincenzo Ferrieri è sinonimo di una managerialità contemporanea. Gioia Group Spa, di cui è AD, basket company nata a inizio di quest’anno che riunisce i brand Cioccolatitaliani, Bun Burgers e Fra Diavolo, si appresta a chiudere l’anno con 50 milioni di fatturato e un totale di 96 punti vendita in Italia e all’estero. Lo abbiamo intervistato, in veste anche di Presidente di UBRI, Unione Brand Ristorazione Italiana, per fare il punto sul comparto della ristorazione organizzata in Italia.
“IL CONSIGLIO PER IL 2024? APRIRE POCHI PUNTI VENDITA E LAVORARE SULLE FORMULE”
€ 50 MILIONI
IL SETTORE DELLA RISTORAZIONE SI STA STABILIZZANDO E SEMBRA STARE TORNANDO ALLA NORMALITÀ. A CHE PUNTO SIAMO?
«Stiamo vivendo un momento chiave. Oggi è il momento di ripensare i nostri modelli di business. Il Covid è alle spalle. Viviamo una situazione inflattiva importante, che si traduce in un aumento dei costi delle materie prime. Un ciclo economico di grandi difficoltà che durerà qualche anno. È necessario fare i conti con questa situazione. Oggi ci troviamo con modelli che marginano meno. Le banche stanno finanziando meno soprattutto le aziende del nostro settore. C’è, inoltre, un tema di cambiamento di fruizione delle grandi città da parte delle persone, tra smart working, delivery e caro affitti. Bisogna dunque ripensare i nostri modelli in funzione di un mercato immobiliare dai canoni di locazione in costante crescita ma, al tempo stesso, che vede salire anche il tasso di vacancy».
COSA CI ASPETTA PER IL 2024?
«Bisogna essere prudenti. Suggerisco un 2024 di grande prudenza, perché sarà un 2024 in cui prevediamo un rallentamento dei consumi ma non ancora una flessione dei canoni di locazione. Il consiglio nostro è di non aprire tanti punti vendita ma di aprire i punti di vendita giusti. Ripensando e lavorando invece sulle formule».
QUALI SONO I NUOVI PARADIGMI DI CONSUMO CHE SI STANNO IMPONENDO?
«Lo smart working è diventata una costante. In molte città si lavora 3 giorni su 7. Abbiamo notato che in molte città si lavora 9 mesi su 12, con un crollo dei fatturati registrato da metà giugno a settembre in tutti i centri città. Si possono rivalutare modelli che riescono a lavorare anche in attività stagionali, che ritornano molto interessanti. Siamo in un momento di grande riflessione per le strategie delle nostre aziende».
“OGGI CI TROVIAMO CON MODELLI CHE MARGINANO MENO IN UN CICLO ECONOMICO DI GRANDI DIFFICOLTÀ. È NECESSARIO RIPENSARE I NOSTRI MODELLI”
Vincenzo Ferrieri, con il padre Giovanni, e la sorella Annamaria
CENTRO E PERIFERIE: LE SECONDE OGGI POTREBBERO FUNZIONARE MEGLIO DELLE PRIME. È COSÌ?
«Ormai in centro è impossibile sostenere i canoni di locazione. Inoltre, si sta imponendo un nuovo modo di vivere le periferie, non più residenziali ma vissute per l’intero arco della giornata. C’è la possibilità di sviluppare una pausa pranzo interessante, un serale forte anche in settimana. Le periferie iniziano a essere una valvola di sfogo per format e aziende che per la riduzione dei margini non riescono più a seguire l’aumento dei canoni in centro città».
QUALI SONO LE PRINCIPALI CRITICITÀ SU CUI È NECESSARIO OGGI LAVORARE?
«C’è prima di tutto un grande tema, ancora non gestito, sul delivery. Con una difficoltà oggettiva a produrre marginalità su questo canale. Un dato di fatto che andrebbe affrontato in maniera costruttiva con le piattaforme al tavolo. C’è poi un tema gigantesco legato al mondo dei centri commerciali, dove abbiamo un crollo della competitività dovuto a 3 motivi. Il primo è la lunghezza dei contratti, di 5 anni al massimo, sul modello del contratto di retail classico. Un periodo troppo breve che non permette di ammortizzare l’investimento. Basti pensare che in città i contratti sono di 6+6. Il secondo è il delivery che non si sposa con il canone di locazione variabile sul fatturato generato. Il terzo punto è l’assenza totale di una break option».
“C’È UN TEMA GIGANTESCO LEGATO AL DELIVERY, NODO IRRISOLTO, E AL MONDO DEI CENTRI COMMERCIALI, DOVE ABBIAMO UN CROLLO DELLA COMPETITIVITÀ”
UBRI PROSEGUE IL SUO LAVORO DI COESIONE SINERGICA TRA IMPRESE, ANCHE CONCORRENTI, CON L’OBIETTIVO DI MIGLIORARE LA COMPETITIVITÀ DELLE PROPRIE AZIENDE. QUALI SONO LE ULTIME NOVITÀ?
«Stiamo lavorando ad un’Academy, con corsi di formazione trasversali. Gli associati, sia noi come imprenditori sia le aziende associate, hanno un’esigenza molto forte di migliorare continuamente le proprie competenze imprenditoriali, gestionali e aziendali».
LANCIATA A INIZIO 2023, GIOIA GROUP SI APPRESTA A CHIUDERE L’ANNO CON 50 MILIONI DI FATTURATO. CON UNO SVILUPPO CRESCENTE ANCHE ALL’ESTERO.
«A dicembre atterriamo negli Stati Uniti con la prima pizzeria Fra Diavolo a Miami con la quale apriamo Gioia Group al mercato americano. Con Cioccolatitaliani, inoltre, proseguiamo la strategia di investimento nei Balcani, con l’apertura, dopo Albania, Kosovo e Montenegro anche del mercato macedone. La novità più grande, però, è il lancio del franchising realizzato anche per Bun e Fra Diavolo, dove abbiamo trasferito il know how acquisito in questi anni con Cioccolatitaliani».
La sede centrale di Gioia Group Spa, a Milano
GIOIAGROUP
Nata nel gennaio 2023, Gioia Group Spa è frutto della holding della Famiglia Ferrieri (Gesa Srl – 2009). Basket company di food retail con in portfolio i brand Cioccolatitaliani, Bun Burgers e Fra Diavolo, Gioia Group Spa punta sulla diversificazione. La vision è quella di sviluppare progetti di ristorazione organizzata in catena, legati al comfort food, attraverso una food experience diversificata, innovativa e sostenibile.